Premetto che il termine “travel blogger” non mi piace affatto e non amo lo strano mix che si sta creando tramite l’aggiunta di termini inglesi, spesso dai più incompresi ed utilizzati a casaccio, all’interno della già ricca lingua italiana.
Detto questo, pare che il settore sia in grande espansione e ci si dovrà quindi abituare a sentirlo sempre più nominare. Per quanto mi riguarda, preferirei non inserirmi all’interno di alcuna categoria preconfezionata.
Ho studiato giornalismo all’Università e mi piace scrivere. Punto. Mi piace altrettanto viaggiare.
Altro punto. Tento di farlo online. Fine del concetto. Io mi definirei “una alla quale piace scrivere dei suoi viaggi e vorrebbe farlo per lavoro”, ma se questo fa di me un’aspirante travel blogger, allora travel blogger sia!
Nonostante io sia ancora in un’età nella quale la tecnologia non dovrebbe risultarmi ostica, tante cose mi sono ancora oscure.
Ci ho messo una settimana a capire che se mi “ritwittavano”, non era un’offesa e quali fossero i vantaggi del maledetto hashtag utilizzato nei post di Twitter.
Suppongo invece ci metterò almeno il doppio del tempo a capire come strutturare questa pagina in modo da renderla “user-friendly”(tanto per restare in tema con l’utilizzo smodato di anglicismi) e come creare un benedetto menu per gerarchizzarne i contenuti.
Ma forse non ci riuscirò in quanto il web è troppo democratico e non vuole gerarchie.
Vi chiedo solo di avere fede e vedrete questa pagina arricchirsi di mete e informazioni, così come di frivolezze e banalità che, diciamoci la verità, rendono la vita di noi tutti più piacevole.
Ciao e buona serata a tutti i due gatti che mi seguono 🙂 Andate e riproducetevi!