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Questo mese ho avuto il piacere di intervistare la viaggiatrice Valentina Poli. Veneziana di nascita, cittadina del mondo d’adozValentina Poliione. Allergica alla staticità del vivere in un solo luogo e viaggiatrice pratica e indipendente.

Valentina mi ha raccontato delle sue esperienze, forti e meravigliosamente suggestive al tempo stesso.

Ha accettato poi di rivelarmi alcuni dei suoi “trucchetti”, molto utili quando si è in viaggio da soli… 

Un tuffo nel wanderlust

Un tuffo nel Wanderlust

  • Che tipo di viaggiatrice sei?

Amo viaggiare ma mi considero una viaggiatrice lenta…sarà il nome…ma ho sempre preferito soggiornare a lungo in un posto, qualche mese, anche se non disdegno brevi gite e settimane fuori porta, penso che sia necessario più tempo per comprendere un luogo.

Non solo visitare, ma vivere e conoscere.

Li chiamo “viaggi verticali”, in cui costruisci un pezzetto di te altrove, intessi relazioni, attraversi la freschezza della novità fondendola alla consapevolezza di ciò che ti circonda…ti riscopri coi tuoi limiti, le tue debolezze, mancanze, ma anche con le tue potenzialità e risorse. Francia, Inghilterra, Svizzera, India, Egitto sono stati i luoghi dove ho vissuto più a lungo, per lavoro, o per quello strano istinto chiamato Wanderlust

  • Che rapporto hai con il viaggio e qual è stato il tuo primo viaggio da sola?

wanderlust

Viaggiare è un istinto naturale perché ho un carattere che si rinnova nel cambiamento. Tendo a spostarmi ogni 4 mesi, raramente da quando ho finito gli studi sono stata ferma nello stesso luogo per più di un anno. E’ questa la mia nuova sfida: piantare radici per crescere più forte.

Come viaggiatrice seguo il sole: prediligo i climi caldi e non sono attratta dai luoghi lontani dal mare, soffro se ne sto troppo distante. E’ fisiologico. Il primo viaggio da sola? In India, ovviamente.

  • Quali sono le caratteristiche che una destinazione deve avere per entrare nel tuo cuore?

Devono succedere begli incontri. E’ una variabile non prevedibile.

  • Perché hai scelto di lavorare nellindustria dei viaggi (Valentina lavora come consulente di viaggi e organizza attività turistiche nella sua città, NDR)e che cosa consiglieresti ad una persona che voglia intraprendere questo lavoro?

Sono nata in una città porto di mare, Venezia, ho sempre visto gente che viene e che va. Pensavo fosse la condizione normale a cui ogni essere umano tende, quella del viaggiare.

Poi crescendo ho capito che non era così, ma ormai avevo deciso che comunque era la mia condizione, e in essa ho cercato i miei compromessi.

Lavorare nell’industria dei viaggi mi permette di viaggiare anche quando sto ferma. Il viaggio è una condizione mentale anzitutto. Se non ce l’hai non iniziare. Se ce l’hai mantienila e sviluppala.

Applicala a ogni cosa che fai. E diventerà il tuo lavoro, qualsiasi cosa tu faccia.

  • Cosa non manca mai nella tua valigia quando parti per un viaggio?

Il mini kit salvavita: forbicina/coltellino svizzero-1accendino-3 bustine di antidolorifico-3 tampax-1 pacchetto di fazzoletti-2 campioncini crema shampoo, eyliner&rossetto,spazzolino&dentifricio-penna&blocknotes con numeri d’emergenza tipo ambasciata e contatti locali.

Sta tutto in una microtrusse grande un palmo. Ottimo regalo unisex. A parte i tampax.

Valentina Poli agente di viaggio

Alba-Credits to Manuel Costantini

Photo Credits to Manuel Costantini 
  • Qual è stato il viaggio che ti ha lasciato di più a livello emozionale?

Egitto. Quando mi son svegliata che …c’era la rivoluzione. E lavoravo nell’Hotel di Mubarak. Insegnavo l’acquagym.

Tutto era tranquillo. Poi, all’improvviso, intorno i carri armati.

Fuori dalla bolla del villaggio turistico era crollato un regime e l’onda zunamica della primavera araba si era infranta su ogni muro  trasportandomi in un mondo surreale. Ho il ricordo di un ‘energia elettrica.

Di un mondo in cui non puoi non porti domande. E non puoi neanche trovare risposte. Nessuno può. Anche l’India è un’esperienza forte.

Lo spaesamento è identico seppur per cause diverse, ma almeno lì ho capito che quando non si trovano le risposte giuste è perché probabilmente si son poste le domande sbagliate.

L’India insegna come una grande madre.

Amaca-uno stile di vita

  • Che consiglio daresti ad una donna che si appresti a partire per la prima volta da sola?

Oggigiorno il mondo è pieno di donne indipendenti che viaggiano da sole. Ciònonostante a molte altre donne non è concessa questa autonomia.

Quindi munisciti di pazienza e determinazione senza perder dolcezza. Portati il mini kit salvavita, non dimenticare rossetto, l’eyeliner …e il buon senso!

Poni i tuoi limiti sempre, sii gentile ma fatti rispettare. Infatti, se poni i tuoi limiti subito, sarà più facile poi: sei tu che decidi a chi dare confidenza, non gli altri a prendersela senza il tuo permesso…e ciò non vuol dire che sei asociale anzi, sarà una sorpresa scoprire la tua convivialità un poco alla volta…

Informati con le donne del posto se girare di notte è ok, altrimenti procurati il numero di qualche tassista (ben consigliato) .

Un trucchetto essenziale in caso di autostop (può capitare) è telefonare (o fingere di farlo) a qualcuno mentre sei sul sedile, dando le tue coordinate: sapere che parli con qualcuno  che sa esattamente con chi sei e dove sei è un deterrente banale ed efficace per i malintenzionati.

Altro trucchetto: una fede d’oro al dito. Ti risolve molte noie dire che sei sposata. Importante, abbi cura di vestirti in modo appropriato: Miami Beach non è il Karnataka.

Specialmente se vai in paesi di cui non conosci i costumi,  Musulmani ma non solo, porta almeno un cambio di abiti sobri non scollati ne’ aderenti e dei pantaloni lunghi.

Utile è avere una sciarpa tipo pashmina da avvolgere le spalle e il decolté in caso tu abbia optato per una canottiera e ti accorga di avere troppi sguardi puntati addosso.