Se ti piace questo articolo condividilo con i tuoi amici:

Una donna in viaggio da sola, proprio come me. Lei è Ada, la viaggiatrice solitaria protagonista del libro “Con il mare a sinistra” di Luisa Pecchi.

<Devo assolutamente leggerlo> – il mio primo pensiero. <Non so se fa per te, è una storia per donne di un’altra età>-mi dice l’autrice prima che ne cominci la lettura.

E invece no, perché non c’è età per i viaggi e perché ogni viaggiatore solitario è in fondo accomunato agli altri, a dispetto delle differenze di età che ci possono essere. Noi che amiamo viaggiare da soli, siamo una specie di “setta”. Ci capiamo e ci strizziamo l’occhio.

Ada la sento vicina a me, anche se all’anagrafe è stata registrata qualche decina di anni prima. Puramente per caso. La sento vicina perché da un giorno all’altro parte. Da sola. Non sappiamo da quanto tempo maturasse questa decisione, però un bel giorno prende l’indispensabile, tra cui non c’è il telefono cellulare (segno forse che senza telefono esiste una vita?) e va.

Lascia a casa un marito, che di questa partenza-fuga non sa nulla e parte. La sua vita la mette praticamente in stand by.

Macina chilometri Ada. Si sposta a piedi, in autobus, treni e navi mercantili. La gente si chiede chi sia questa donna che viaggia da sola, come sia la sua vita, dove e soprattutto perché stia viaggiando. Ma questo per quasi tutta la durata del libro non lo sappiamo. E forse neanche Ada lo sa precisamente all’inizio.

Un viaggio lento, una reale “esperienza”, in cui recuperare il contatto con tutte le cose più vere e l’amore per la semplicità di una stanzetta in affitto, del calore del sole sulla pelle o di un panorama sul mare. Perché il mare nel viaggio di Ada è sempre presente. Come i sassi di Pollicino, traccia una sorta di percorso, per riconoscere la strada fatta e quella ancora da fare. E Ada il mare decide di lasciarselo sempre a sinistra e proseguire lungo la costa.

La sua storia è raccontata attraverso gli occhi delle persone che incontra, ma anche del marito e delle amiche, abbandonati improvvisamente. Ognuno la vede in un modo diverso ma quello che resta è che Ada, l’italiana che viaggia da sola, non passa il suo viaggio inosservata.

La vedremo in Costa Azzurra, a Barcellona, Lisbona, Gibilterra, Santiago: alcune delle mie città preferite. La sua voglia di camminare, di proseguire questo suo cammino senza una meta precisa e il senso di indipendenza che si respirano dalla prima all’ultima pagina, sono liberatori.

Una volta nella vita (e per qualcuno anche più di una volta) vorremmo essere tutti un po’ più Ada. Trovare il coraggio di lasciare il passato dietro la porta e partire. Davanti a noi solo l’incertezza del futuro e di un itinerario mai definito.

E chissà che il ritorno nelle nostre case possa poi esserci più dolce. Perché questo viaggio in realtà sarà stato un viaggio dentro noi stessi.

O forse invece ci farà venire voglia di non tornare più. E proseguire nomadi, lontani da una vita di cui siamo passati da burattinai a burattini senza nemmeno accorgercene.

Non vi svelerò la scelta di Ada. Se anche lo facesse,  il finale non cambierebbe l’essenza della storia.

Quella di una donna libera e coraggiosa. Ada “Voleva essere. Voleva esistere. Voleva avere peso”e alla fine ci è riuscita.

Buona lettura!

Se la storia dei viaggi da sola di Ada vi ha incuriosito, ecco dove potete acquistare online il libro “Col mare a sinistra”:

Epika EdizioniCatalogo IBSLibraccio