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A pochi chilometri da Valencia, prendendo la linea 25 dell’autobus dal centro città o un taxi, si arriva in meno di un’ora al vasto Parco Naturale dell’Albufera.
Il costo della corsa in autobus è di 1,50 euro (potete usare anche la Valencia Tourist Card, se la avete. Io la ho trovata molto comoda e conveniente, costa solo 12 euro se la comprate qui).
In taxi invece spenderete circa 25 euro. E se viaggiate da sole sappiate che esistono anche dei “taxi rosa” guidati da donne.
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Se avete già passato qualche giorno a Valencia e come me ve ne siete innamorati subito, penserete di averne già visto tutte le bellezze. E invece no, finché non sarete stati al Parco Naturale dell’Albufera.
Vicino al centro di Valencia eppure apparentemente così lontano nelle antiche tradizioni che ancora si tramandano, nei paesaggi così intatti e nell’atmosfera di calma estrema che si respira.
Non stupisce che molti valenciani scelgano di passare qui il week end o anche solo di fare una fuga il fine settimana per mangiare bene e rilassarsi.
Arrivando dalla città si nota che piano piano i palazzi si diradano, e salutato il capolavoro di Calatrava, il paesaggio urbano lascia il posto a una fitta vegetazione che si fa sempre più lacustre, prendendo i colori dell’oro e del giallo.
Si attraversa Palmar, antico villaggio di pescatori, e si arriva a questo enorme lago, per la maggior parte di acqua dolce, separato dal mare da una stretta striscia di sabbia.
Il nome Albufera, vuol dire proprio “piccolo mare” , a causa delle grandi dimensioni dello stesso.
L’Albufera è una zona dove la pesca è di antica tradizione, e ancora adesso sono autorizzati a pescare solo quelli la cui famiglia era già di pescatori. Anticamente alle donne era fatto divieto di pescare.
Scendendo alla fermata El Palmar, troverete alla vostra destra il tradizionale Ristorante Mateu.
Qui potrete gustare la “Paella Fideuà”, fatta con pasta spezzata al posto del riso, vari tipi di arroz e la tipica anguilla “all y pebre”, pesce freschissimo perché pescato proprio nelle acque del lago dell’Albufera.
Si dice che la stessa paella sia stata inventata proprio nella zona del Parco naturale dell’Albufera, grazie alla grande abbondanza di risaie.
La gente del posto la avrebbe creata proprio aggiungendo al riso degli ingredienti facilmente reperibili in zona, come conigli, polli, verdure e all’occorrenza anche qualche lumaca. Infatti la vera paella valenciana è proprio quella fatta con questi ingredienti.
Mai carne e pesce insieme: quella non è una vera paella originale.
La Storia del Parco Naturale dell’Albufera
L’Albufera è attualmente la laguna più grande di Spagna ed è possibile percorrerla con delle escursioni in barca.
Si tratta di un lago formatosi circa 5000 anni fa dall’incontro del mare coi fiumi Turia e Jucar, quindi le sue acque erano un misto di dolci e salate.
Poi si aggiunse l’acqua delle falde acquifere sotterranee. I sedimenti del fiume hanno formato la linea di terra che separa il fiume dal mare.
Il lago iniziale era circa 10 volte più grande, poi si ridusse a causa dello sviluppo di ulteriori risaie. La coltivazione del riso nella zona fu introdotta nell’Ottavo secolo dai Musulmani.
Dal punto di vista della fauna la zona dell’Albufera è veramente ricca. Qui abbondano le anguille e da questa zona passano tante anatre, circa 25000 ogni anno, soprattutto in inverno.
Le stagioni migliori per una visita dell’Albufera sono senza dubbio la primavera e l’autunno, per l’abbondanza di animali e i colori che la vegetazione assume. Le ore del giorno più suggestive sono invece l’alba e il tramonto.
Vi consiglio di noleggiare una barca con barcaiolo (il prezzo parte dai 4 euro in su, a seconda dell’imbarcazione) e fare un giro della laguna. Lentamente, a bordo di una delle caratteristiche barche a motore, andrete a esplorare l’Albufera.
Mi ha colpito sapere che l’acqua in molti punti è alta non più di mezzo metro e vederne il colore verde militare, che rende impossibile scorgerne il fondo, rende questo lago misterioso e affascinante allo stesso tempo.
La laguna è un’oasi di pace quasi irreale. Ogni tanto si sente lo svolazzare di qualche uccello, che in questa zona trova il suo habitat ideale, il guizzo di un pesce che sbuca dall’acqua o il motore della barca di un pescatore, partito all’alba per la pesca, che nel primo pomeriggio torna finalmente verso casa.
Lo sguardo si perde a vista d’occhio, data l’ampiezza del bacino. Da lontano si avvistano le case di alcuni centri abitati che si trovano sulle coste del lago.
Lungo la riva sorgono invece diverse costruzioni caratteristiche, chiamate barracas, usate dai pescatori come magazzino, e costruite diversi anni fa. Non sono più abitate ma vengono affittate magari per eventi o occasioni particolari.
Fidatevi della buona vecchia (no, scherzo, sono ancora giovane) Diana.
Non andate via da Valencia senza aver visitato il Parco Naturale dell’Albufera.
Per organizzare il tour per l’Albufera da Valencia, potete dare un occhio alle proposte di GetyourGuide a partire da 30 euro.
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