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Viaggiare per me vuol dire mettersi alla prova. E a ogni viaggio è come se si acquisissero dei “punti esperienza” e si avanzasse di qualche gradino.

Soprattutto quando si viaggia da soli.


In viaggio, imprevisti, disagi e difficoltà possono essere all’ordine del giorno. Se non si è pronti ad accettarli, come dico sempre è meglio restarsene sul divano di casa. Là, molto probabilmente, si avranno meno possibilità di trovarsi in situazioni imprevedibili.

ASSICURAZIONE DI VIAGGIO

Prima di partire per qualsiasi viaggio, in solitaria o in compagnia, è fondamentale stipulare un’assicurazione di viaggio per evitare imprevisti gravi e rovinarsi la vacanza.

Viaggiare da soli, in particolare, vuol dire uscire dalla propria zona di comfort. Oltre la quale veniamo messi faccia a faccia con situazioni a volte spiacevoli, ma che costituiscono pur sempre un’esperienza.

Le sfighe di viaggio esistono. Eccome. E anche a me ne sono capitate diverse. L’importante però è affrontarle sempre con sangue freddo e tenere a mente che “fanno parte del gioco”.

Per cercare di limitare danni o prevenire che le sfighe di viaggio di trasformino in disastri che ci possano rovinare le vacanze, vi consiglio di comprare sempre l’assicurazione di viaggio prima di ogni partenza.

Io uso da tempo la polizza viaggi Heymondo e mi trovo molto bene. Se la comprate tramite il bottone qui sotto, avrete uno sconto immediato del 10%!

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Oggi vi racconto le più eclatanti “sfighe di viaggio” e gli episodi più spiacevoli che mi sono capitati…


Volo cancellato per Miami e atterraggio di emergenza

Lo scorso inverno sono stata in Messico, in Riviera Maya. Per arrivarci ho prenotato un volo per Miami, per poi prenderne da lì un altro per Cancun.

Mi sono accorta che il viaggio stava partendo male dopo il ritardo di circa 3 ore nella partenza, durante le quali, dopo averci imbarcato, ci hanno fatto attendere all’interno dell’aereo.

Poi finalmente, l’annuncio che il volo sarebbe decollato. Partiamo.

Dopo circa un’ora di volo, quando stavamo sorvolando la Francia, un annuncio shock. “A causa di un guasto, il volo dovrà tornare indietro a Milano. In pista troverete ambulanza e vigili del fuoco, dato che si tratterà di un atterraggio di emergenza”.

In quei pochi secondi, il panico. Mi è passata tutta la vita davanti. Che guasto sarà? Quali rischi si corrono? Perché atterraggio di emergenza?

Non ci hanno dato ulteriori informazioni; l’aereo ha virato ed è tornato indietro. In quell’ora non ho avuto la forza di aprire bocca; il terrore mi attanagliava e vi lascio immaginare quali e quanti pensieri nefasti mi siano passati per la testa.

Per fortuna tutto è andato bene e anche l’atterraggio è avvenuto senza problemi. Quel giorno ci hanno sistemato in un hotel vicino all’aeroporto e il giorno successivo abbiamo preso il volo per Miami.

Ah, e ho ottenuto anche un rimborso per volo cancellato di 600 euro. Che ho speso ovviamente per il viaggio successivo alle Seychelles 🙂


Passaporto perso 1 ora prima del volo

Neanche due settimane fa, il giorno tanto atteso della partenza per le Seychelles. Se avete seguito il mio viaggio dello scorso anno, saprete bene quanto io ami queste isole paradisiache e quindi la gioia e l’emozione di poterci tornare nuovamente.

Tutto pronto, arrivo in aeroporto dopo aver cambiato vari treni, e con un sorrisone saluto l’addetta al banco del check in.

Metto la mano in borsa per prendere il passaporto e non lo trovo. Nessun problema, sapete come sono le borse delle donne.

Continuo a cercarlo nelle varie tasche e taschine e nulla. Poggio allora la borsa a terra e ne scaravento furiosamente tutto il contenuto alla ricerca del passaporto. Niente.

Mi si comincia ad annebbiare la vista e mi tremano le mani. Svuoto del tutto la borsa e ne esamino ogni pezzo. Tutto inutile: il passaporto non c’è.

Con un filo di voce chiedo allora alla hostess se si possa partire comunque con una fotocopia del passaporto. La riposta è ovviamente no.

In stato ormai confusionale e con un senso di colpa enorme nei confronti del mio fidanzato, che sarebbe dovuto partire con me, mi avvio verso il treno per tornare a casa.

Sulle scale mobili che portano dall’aeroporto di Malpensa alla stazione dei treni, chiedo con nessuna speranza, quasi in maniera retorica all’addetto alle pulizie, se avesse trovato un passaporto.

Resto stupita dalla sua reazione pronta e sorpresa: “Sì, la ragazza che fa le pulizie con me ha trovato qualcosa, ma non so bene cosa sia, vieni con me”.

Mancava ormai meno di un’ora alla partenza del volo e io ero già rassegnata al fatto di non poter partire. Mi si accende un barlume di speranza e lo seguo velocemente. La sua collega mi dice di aver consegnato un passaporto alla polizia.

Vado allora alla ricerca della polizia correndo come una forsennata in tutto l’aeroporto, con trolley gigante e con una ruota rotta al seguito. Non la trovo e manca sempre meno tempo all’imbarco.

Poi, un lampo di genio. Torno al banco del check in e chiedo di contattare la polizia. Non hanno il numero mi dicono, ma tramite passaparola telefonico riescono a contattare i militari. A un certo punto, dopo una serie di telefonate senza successo, sento l’hostess dire: “Ah, bene, la signorina è qua con noi. Allora la faccio partire”?

Potete capire che gioia immensa io abbia provato?

Dopo pochi minuti i militari sono arrivati al check in col mio bellissimo passaporto e io sono riuscita a partire per le Seychelles. Per il rotto della cuffia, come si suol dire.


Molestie in hotel a Istanbul

Queste episodio, più che una sfiga, è stato proprio un brutto momento. Ma anche questo mi ha insegnato qualcosa. A essere meno ingenua e più prudente quando sono in viaggio da sola. Se siete anche voi viaggiatrici solitarie, date un occhio ai miei consigli per viaggiare da sole in sicurezza.

Avevo 25 anni, ero in viaggio da sola a Istanbul. Avevo volutamente prenotato un hotel nella zona di Piazza Taksim perché essendo sola volevo un quartiere dove anche di sera c’era gente e dove sentirmi più sicura.

La zona di Sultanahmet di sera mi faceva un po’ paura, quindi l’avevo scartata.

Arrivo a Istanbul dopo 12 ore di nave e 2 di aereo (al tempo abitavo sull’isola greca di Chios), esausta, verso le 9 di sera. L’hotel ha un servizio navetta che mi viene a prendere.

Scendo dal bus ed entro a fare il check in. In quel momento l’autista e il receptionist dell’hotel iniziano a consultarsi tra di loro in turco e alla fine mi spiegano che sarei stata trasferita in un altro hotel perché c’è stato un errore.

Non capisco bene cosa sia successo ma salgo sul bus e mi fido. Vengo portata in un piccolo hotel proprio nella zona di Sultanahmet, ironia del destino proprio accanto all’hotel dove anni prima ero stata con mia sorella.

La zona è molto buia e per strada non c’è un’anima. Vengo accolta dal proprietario dell’hotel, un ragazzo sulla trentina con un fortissimo alito alcolico. Appena mi vede gli si illuminano gli occhi. Lo sguardo era quello di un cane quando vede una bella bistecca nel piatto del padrone.

Premetto che mi ero vestita peggio che potevo, con abiti larghi e coprenti e senza trucco, proprio per evitare di attirare sguardi maschili indesiderati.

Mi mostra la stanza ed entra con me. Inizia a farmi complimenti e a provarci pesantemente, a parole e gesti. Dopo vari tentativi riesco a spingerlo fuori dalla stanza senza farlo arrabbiare.

Credo di essere sola in hotel. Il cuore mi batte fortissimo per la paura.

Passo una notte in bianco per il terrore che possa tornare in camera e a ogni rumore sobbalzo.

Il giorno dopo appena viene la luce mi preparo per uscire. Vado al portone e provo ad aprirlo. E’ chiuso. Mi hanno chiuso dentro! E io non ho chiavi per aprirlo.

Mi sembra di essere in un incubo. Ricordo di aver provato a urlare per richiamare l’attenzione di chi passava da fuori, ma nulla.

Dopo vari tentativi a vuoto, scopro di poter passare dal giardino ed esco di lì. Sono libera, ma che paura!

E Istanbul resta lo stesso una delle città più affascinanti che io abbia mai visto!

E voi, avete avuto delle “sfighe di viaggio”? Quale è stata la peggiore?


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