Il giorno in cui ho deciso di lasciare il cosiddetto “posto fisso” e cambiare vita. La data che ha segnato l’inizio del lavoro dei miei sogni.
Perchè ho scelto di cambiare vita e licenziarmi
Ricordo quel giorno in cui mi sono licenziata e ho riscoperto la libertà.
La libertà di ritornare a sognare, come quando eravamo piccoli. Quando pensavamo davvero di poter diventare astronauti se ci credevamo.
E nessuno avrebbe potuto dirci il contrario, perché non lo avremmo preso sul serio.
Ho riscoperto la libertà di provare a fare quello che mi piace e di fregarmene se qualcuno mi dice che non si può o che non ci riuscirò.
Mi ero ritrovata a 32 anni senza più sogni, come un mulo che va avanti per inerzia senza neanche guardare ai lati, perché tanto sa che il suo destino è segnato e che per tutta la sua vita dovrà portare carichi avanti e indietro.
“Cosa vuoi fare nella vita?”- “Voglio il lavorare il meno possibile”,- era diventata la mia risposta. Non perchè fossi pigra, anzi. Sono sempre stata una gran lavoratrice.
Però ormai la parola “lavoro” era associata per me solo a “noia”, “ripetitività”, “obblighi”, “assenza di tempo libero”. E io avevo perso ogni stimolo.
Lavorare 8 ore al giorno a una scrivania
Voi lo sapevate che si può vivere anche senza lavorare otto ore al giorno col sedere incollato a una sedia? E che è possibile anche fare un lavoro che si ama?
Se lo sapete già siete fortunati.
Io non lo sapevo e credevo che la vita fosse quella: solita routine per quaranta ore a settimana, quarantotto ore di “ore d’aria” il weekend e poi così via.
Avanti per mesi fino al “miraggio” delle ferie, che erano ormai diventate il mio unico obiettivo. Secondo solo all’altro obiettivo: “la pensione”.
Se ci penso adesso, mi vengono i brividi.
Il coraggio di cambiare vita
Un giorno è successa una cosa banale, un episodio che non avrei mai pensato di raccontare ma che in realtà mi ha dato una scossa.
Era una domenica, e chi mi conosce sa che ho sempre odiato la domenica, per quel senso di ansia che mi veniva pensando all’imminente lunedì in arrivo.
Un’ansia che ti chiude lo stomaco e ti tiene prigioniero, qualsiasi cosa tu cerchi di fare per distrarti.
Ebbene, quel giorno parlavo con una conoscente del mio lavoro, in generale, e del fatto che non fosse in realtà ciò che faceva proprio per me.
Lei mi chiese: “Ma scusa, tu cosa vorresti fare nella vita”?
Non ho saputo rispondere, e mi sono sentita sciocca per il fatto di lamentarmi di qualcosa senza neanche pensare a una soluzione per cambiare o per migliorare la mia vita.
Mi sono resa conto che ormai perfino il mio cervello era come atrofizzato e la sezione “sogni e desideri” non aveva più nessuno spazio.
Sono tornata a casa un po’ abbattuta, poi ho incominciato a pensare: “Ma a te, Diana, cosa piace fare”?
Cosa mi piace fare?
Io sono pazza dei viaggi, non c’è cosa che mi renda più felice al mondo di un volo prenotato o di quei risicatissimi e tanto sospirati quindici giorni di ferie in agosto.
Che non sono mai abbastanza e che mi lasciano sempre con quella voglia di non tornare più indietro ma ripartire ancora per il prossimo viaggio.
Viaggiare mi fa sentire libera, serena, felice, sicura di me: e viaggiare da sola è la dimensione che sento più mia.
Amare una cosa non è però sufficiente se non si hanno delle abilità per metterla in pratica. E quindi, “io cosa so fare?” è stata la domanda successiva?
So e amo scrivere, mi sono laureata in giornalismo e scrivo da sempre.
Diari, social media, articoli, blog improvvisati e poi interrotti, a volte me ne allontano ma alla fine torno sempre lì, perché senza scrivere mi manca un pezzo.
A novembre 2014 ho timidamente aperto il mio blog “in viaggio da sola”.
Il giorno in cui mi sono licenziata
Mi sono licenziata dal mio lavoro di impiegata tuttofare. Non è la prima volta che lo faccio.
Tra lo stupore generale che suscito quando dico una cosa del genere, non mi vergogno di dire che quando la situazione mi è stata stretta, mi sono sempre licenziata.
“E come farai?” “E i soldi?” “Ma sei pazza, lasci un contratto a tempo indeterminato? “.
Certo che sì, e senza remore. Scusate, cosa è un contratto rispetto alla mia felicità? Quanto tempo credete di avere per provare a realizzare i vostri sogni?
Io non credo di averne tantissimo, spero di campare cent’anni e più ma nella vita non si sa mai e non possiamo contare su del tempo di cui nessuno ci dà la certezza.
Quindi l’unico momento per ricominciare daccapo è adesso.
La voglia di rimettermi in gioco e cambiare vita
Io a 32 anni, mi sono completamente rimessa in gioco e ho deciso di cambiare il corso che stava prendendo la mia vita.
Non volevo più sentirmi sprecata, castrare la mia personalità dinamica e creativa dietro a una scrivania.
Ma soprattutto non volevo dover limitare la mia esigenza di viaggiare a quei maledettissimi venticinque giorni di ferie all’anno. Semplicemente, non faceva per me.
E così, con i soldi del TFR del mio lavoro, mi sono pagata un master post laurea in “marketing del turismo e gestione dei social media”.
Sono convinta che senza studiare non ci si possa improvvisare e che davvero bisognerebbe farlo per tutta una vita per non rimanere indietro.
Io questa cosa che per vivere bisogni passare la vita a fare un lavoro che non ci piace non l’ho mai accettata.
Non voglio credere che il nostro destino sia davvero così crudele da lasciarci massacrare di lavoro tutta una vita per poi lasciarci tempo libero solo quando saremo anziani e ormai stanchi.
Al master ho appreso tante cose, ho trovato coraggio, consapevolezza e nuove ispirazioni.
Ora sto reinventando la mia vita e il mio lavoro.
Scrivo articoli, curo i social media per aziende che me loro richiedono, collaboro con enti del turismo, brand e tour operator, organizzo viaggi di gruppo.
Come ho aperto il mio blog di viaggi
Soprattutto scrivo per il mio blog di viaggi.
Non so dirvi la gioia di alzarmi senza la sveglia (poi magari lavoro fino alle tre di notte, ma ai miei tempi e alle mie condizioni, per una cosa che amo), accendere il computer e cominciare a fare delle cose che sono lavoro, ma che amo profondamente.
Non credevo si potesse trarre gioia dal lavorare ma a me sta succedendo proprio questo. Non vedo l’ora di iniziare e faccio fatica a interrompere perché andrei avanti all’infinto a volte.
Il mio cane sulle ginocchia e la musica accesa. Quando mi stanco faccio una telefonata a mia mamma o a un’amica per chiacchierare.
Se ho bisogno di fare la spesa perché ho finito l’olio posso andarci quando voglio senza dover aspettare che sia sabato perché in settimana non c’è mai tempo.
Se trovo un’offerta di un viaggio last minute non devo litigare col mio capo per avere un giorno di ferie ma posso partire, tanto col mio computer ho la possibilità di lavorare da dove voglio.
Sono padrona del mio tempo e sono tornata una persona serena, che la domenica non ha il mal di pancia perchè sa che arriverà il lunedì e che quando si alza al mattino non si maledice perché deve andare a lavorare.
Perché la mia felicità va in quella direzione e l’unico dovere che ho nei confronti di me stessa, è perseguire la mia felicità.
Questa è la mia esperienza. Se anche voi avete fatto una scelta simile raccontatemelo nei commenti.
Sarò felice di conoscere anche le vostre storie 🙂
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