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Camminare lungo la Via Matildica del Volto Santo tra Reggio Emilia e dintorni vuol dire attraversare luoghi di grande bellezza paesaggistica tra pianure e colline.

Sullo sfondo, la magia dell’Appennino Reggiano e dei suoi calanchi.

Diana Bancale, autrice del blog

Giornalista e travel blogger dal 2014. Napoletana di nascita ma attualmente alle Canarie.
Viaggio tanto, spesso sola, amo il mare, i sorrisi, gli animali e la pizza. Ho lasciato il lavoro per viaggiare e da allora il mio lavoro è viaggiare e creare contenuti di viaggio sul mio blog e sui social media.

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Lungo la strada vi troverete di fronte a chiese e castelli che raccontano la storia della celebre Matilde di Canossa e piccoli borghi antichi dove potrete anche fermarvi a dormire.

Potrete inoltre degustare prodotti tipici come il Parmigiano Reggiano, l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia, i tortelli, l’erbazzone e il Lambrusco in questa terra che è madre di tante eccellenze alimentari famose in tutto il mondo.

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Dove andare a camminare vicino Reggio Emilia

Oggi vi racconto della mia esperienza di cammino tra Reggio Emilia e dintorni lungo la via Matildica del Volto Santo.

Si tratta di un sentiero medio-facile con partenza dal centro di Reggio Emilia e arrivo al Castello di Bianello.

Un bel cammino tra città, borghi, boschi e sentieri dell’Appennino Reggiano sulle tracce di Matilde di Canossa.

È un sentiero non troppo impegnativo che consiglio a chi cerca un posto dove camminare tra Reggio Emilia e l’Appennino senza fretta né eccessivo sforzo, con tante cose da vedere.

Cosa è la via Matildica del Volto Santo?

La Via Matildica del Volto Santo è un cammino di 285 km che parte da Mantova e arriva a Lucca, attraversando con 11 tappe tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.

Lungo il percorso si trovano pianure, colline, valli, laghi e fiumi nei territori che raccontano la storia di Matilde di Canossa, una delle figure storiche più importanti del Medioevo italiano, che comandò tutti i territori italiani al nord dello Stato Pontificio.

La parte appenninica della via Matildica del Volto Santo si trova all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, area ricca di biodiversità e di grande interesse ambientale.

Il cammino della Via Matildica del Volto Santo coincide in parte col Sentiero dei ducati.

L’itinerario del Sentiero dei Ducati, tra Emilia e Lunigiana, ripercorre gli antichi confini Estensi tra i ducati che un tempo governavano questo territorio.

La Via Matildica si divide in tre rami:


  • la Via del Preziosissimo Sangue


    Da Mantova a Reggio Emilia in 3 tappe. Viene così chiamata perché a Mantova, in una teca nella Basilica di Sant’Andrea, è conservato il sangue di Cristo portato dal centurione Longino;



  • il Cammino di San Pellegrino


    Cinque tappe da Reggio a San Pellegrino in Alpe, il borgo più alto dell’Appennino tosco-emiliano e spartiacque tra Emilia e Toscana);



  • la Via del Volto Santo


    Da San Pellegrino in Alpe a Lucca in 3 tappe. Questa tappa deve il suo nome al crocifisso ligneo, custodito nella Cattedrale di San Martino a Lucca, meta di pellegrinaggi fin dal Medioevo.


via Matildica del Volto Santo Reggio

Il cammino è sì un percorso spirituale ma all’interno del quale la figura di Matilde di Canossa rimane sempre viva.

Matilde è infatti una figura femminile straordinaria che si è fatta valere in un’epoca patriarcale e grande mediatrice tra imperatore e papa.

Pur esistendo da tanto tempo, la via Matildica è stata recuperata nel 2014 e inaugurata successivamente nel 2015.

IMPORTANTE: prima di partire in cammino sulla Via Matildica contattate via mail (cammino@viamatildica.it) l’organizzazione per ricevere la Credenziale ufficiale e per informazioni aggiornate sul percorso (condizioni del terreno, deviazioni temporanee e altre informazioni utili). Sito internet: https://www.viamatildica.it

Le tappe della Via Matildica del Volto Santo

Tappa 1: Mantova – San Benedetto Po

Tappa 2: San Benedetto Po – Guastalla

Tappa 3: Guastalla – Reggio Emilia

Tappa 4: Reggio Emilia – Canossa

Variante 4B: Variante Reggio – Montalto

Tappa 5: Canossa – Carpineti

Tappa 5B: Variante da Montalto a Carpineti

Tappa 6: Carpineti – Toano

Tappa 7: Toano – Gazzano

Tappa 8: Gazzano – San Pellegrino in Alpe

Tappa 8B: Variante Gazzano – San Pellegrino

Tappa 9: San Pellegrino in Alpe – Barga

Tappa 10: Barga – Borgo a Mozzano

Tappa 11: Borgo a Mozzano – Lucca

La via Matildica non va intesa come un cammino da percorrere per forza per intero ma come un camminare lento per assaporare i territori che si visitano e in cui ad ogni tappa c’è qualcosa da vedere.

Potete percorrerla tutta, seguire le tappe prestabilite oppure farne solo una parte: la scelta è solo vostra.

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Qui si seguito vi racconterò le tappe che ho fatto io e cosa vedere tra Reggio Emilia e dintorni lungo la Via Matildica.

Da Reggio Emilia a Villa D’Este – 2 ore e mezza

Il mio percorso lungo la via Matildica è partito dal centro di Reggio Emilia, per lasciare gradualmente la città verso le prime colline reggiane in direzione della rupe di Canossa, importante simbolo medievale.

Come punto di inizio potete prendere Porta Castello che vi porterà a proseguire per l’alberato e signorile Viale Umberto I dove inizierete a vedere i segnali della via Matildica.

Il percorso lungo il Parco del Crostolo

Superato il Ponte di San Pellegrino, che sovrasta il torrente Crostolo, accederete al Parco del Crostolo (noto anche come “parco delle caprette”).

parco del crostolo reggio emilia

Camminando lungo questo bel polmone verde cittadino passerete dalla Reggia di Rivalta e arriverete alla Villa d’Este, che si trova al centro della cosiddetta Vasca di Corbelli, luogo di incontro dei reggiani dove fermarsi a bere o mangiare qualcosa con gli amici.

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La camminata dura circa due ore e mezzo, a passo tranquillo, ed è tutta in pianura.

Cosa vedere a Reggio Emilia a piedi

Prima di iniziare il cammino lungo la Via Matildica vi consiglio di visitare Reggio Emilia. Il suo centro è piccolo e può essere girata tranquillamente a piedi.

Il Museo Diocesano e la Cattedrale di Reggio Emilia

Per entrare meglio nello spirito giusto per affrontare il cammino, potete partire dal Museo Diocesano, che racconta la storia della diocesi e raccoglie diverso materiale delle chiese che si trovano lungo la via Matildica.

Qui troverete anche una lettera scritta e firmata proprio da Matilde di Canossa.

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Visitate poi la Cattedrale di Reggio Emilia, di epoca romana e poi restaurata secondo lo stile romanico, con il suo torrione centrale con la statua dorata della Madonna.

Accanto alla Cattedrale si trovano anche il Battistero e il palazzo dei canonici.

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I chiostri benedettini di San Pietro

Tra le cose da vedere a Reggio Emilia a piedi certamente non possono mancare i Chiostri di San Pietro, un eccezionale complesso monumentale del Rinascimento, opera di Giulio Romano.

Un tempo monastero, poi adibito ad altri usi e infine recuperato ed aperto alle visite del pubblico.

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Se cercate un posto speciale dove mangiare prodotti tipici del territorio a Reggio Emilia potete fermarvi a mangiare nello spazio dei Chiostri di San Pietro a Food in Chiostri che offre un menu tipico nel rispetto della stagionalità dei prodotti locali.

La Sala del Tricolore

Sapevate che la nostra bandiera tricolore italiana è nata a Reggio Emilia?

Se volete saperne di più vi consiglio di visitare la Sala del Tricolore, che oltre ad essere oggettivamente molto bella (ricorda un teatro con spalti e balconcini) racconta una parte fondamentale della storia del nostro paese.

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Costruita a metà 1700 come sala civica dallo scenografo teatrale Bolognini, doveva servire inizialmente come archivio ma diventò in seguito luogo di raduno delle città liberate della Repubblica cispadana, dalla quale poi nacque il Regno d’Italia.

Fu il 7 gennaio del 1797 che durante un convegno delle 4 città liberate (Reggio, Modena, Ferrara e Bologna) proprio in questa sala nacque la bandiera tricolore.

Era a somiglianza di quella francese e con il verde (pare) delle giubbe militari italiane al posto del blu francese.

Palazzo dei musei e l’opera “Curiosa meravigliosa”

Il Palazzo dei Musei, dove si trovano i musei civici di Reggio Emilia, ospita diverse collezioni archeologiche, etnografiche e storiche legate alla città.

Su una delle sue facciate è stata realizzata nel 2022 dall’artista catalano Joan Fontcuberta, la bizzarra opera “Curiosa meravigliosa”.

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Si tratta di un foto-mosaico che raffigura un enorme pavone fatto di lastre di gres porcellanato che riproducono 12mila foto inviate dai cittadini, chiamati a condividere i loro scatti rappresentanti i temi della curiosità e della meraviglia.

L’effetto ottico è veramente particolare. Da lontano risulta quasi impossibile capire che il mosaico è fatto da tante piccole foto, mentre pian piano che ci si avvicina, la cosa risulta sempre più chiara.

Piazza Martiri del 7 luglio 1960

Questa è una delle piazze più importanti di Reggio Emilia. In questo ampio spazio cittadino si trovano infatti il teatro Valli, il teatro Ariosto, l’Isolato San Rocco e i Giardini pubblici.

Se ci passate di sera potrete ammirare e belle fontane illuminate con i loro giochi d’acqua.

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Piazza Fontanesi e la movida di Reggio Emilia

Piazza Fontanesi è un’altra delle piazze più significative per gli abitanti di Reggio Emilia. Circondata da alberi e porticati, è inoltre uno dei salotti cittadini, luogo ideale per aperitivi e cene, specialmente nelle sere d’estate.

Per cena vi consiglio di provare il Bistrot Canossa, in Piazza Fontanesi.

Qui ho mangiato delle ottime tagliatelle ai funghi porcini (ero in zona a ottobre) e un tortino agli asparagi su crema di Parmigiano Reggiano e zafferano.

Infine, ho provato uno spumante metodo classico Spergola, unico vitigno autoctono, molto amato tra l’altro da Matilde di Canossa, tanto per restare in tema 🙂

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Oltre a quelle che vi ho raccontato, le cose da vedere a Reggio Emilia sono tante.

Per maggiori informazioni e approfondimenti potete consultare il sito internet di Reggio Emilia Welcome: https://www.reggioemiliawelcome.it/it


Visita alla Latteria La Campola – Vezzano sul Crostolo

Un tour tra Reggio Emilia e dintorni non sarebbe completo senza un viaggio tra le sue tradizioni alimentari, di cui uno dei massimi esempi è sicuramente il Parmigiano Reggiano.

Dopo aver lasciato la città in direzione Canossa, siamo arrivati a Vezzano sul Crostolo, dove abbiamo visitato la Latteria La Campola.

In questo caseificio a gestione familiare viene prodotto Parmigiano Reggiano naturale al 100%.

Abbiamo assistito all’estrazione della forma e tutte le fasi successive, fino alla stagionatura nelle apposite stanze. Non era la prima volta ma è sempre qualcosa di magico, soprattutto per me che amo questo formaggio!

Parmigiano reggiano Reggio Emilia come si fa il parmigiano

Se volete provare quest’esperienza, potete prenotare un tour della latteria e scoprire tutti i segreti di questa eccellenza alimentare.

Da Casola di Canossa al Castello di Canossa – Circa 2 ore e mezza

La seconda tappa della via Matildica del Volto Santo è partita per me da Casola di Canossa, esattamente dalla sua piccola chiesa. Da lì si percorre una salita per raggiungere il crinale della collina e proseguire per Canossa.

Rispetto alla tappa precedente questo sentiero è più stancante in quanto alterna salite e discese, però è comunque fattibile. Si arriva quindi alla provinciale 73 seguendo le indicazioni e infine al castello di Canossa.

Il Castello di Canossa

Il Castello di Canossa si trova nel cuore di un paesaggio protetto: la riserva naturale regionale della rupe di Campotrera.

Deve la sua fama al fatto di essere stato il luogo dove Matilde di Canossa fece da mediatrice tra il Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV.

Quest’ultimo salì al castello per chiedere perdono al papa e ottenere la revoca della sua scomunica restando (dice la leggenda) tre giorni sulla neve a piedi nudi prima di essere accolto a castello.

matilde di canossa castello di Canossa

Da questo episodio nacque la famosa frase “andare a Canossa” intesa come “andare a chiedere il perdono”, divenuta talmente celebre da essere stata tradotta in ben 33 lingue!

Del Castello in sé non rimane moltissimo, al di là dei ruderi del periodo estense, però se volete provare una visita immersiva che ricostruisca come doveva essere il castello, narrandovene gli episodi chiave, il modo c’è.

“You are Matilde”, tour tra reale e virtuale su Matilde di Canossa

“You are Matilde” è uno street tour che unisce realtà virtuale a contenuti storici accompagnati da una guida professionista.

Lo scopo è quello di sensibilizzare il territorio alla figura di Matilde, tra le donne più famose e potenti del Medioevo.

tour virtuale castello canossa visite castello canossa

E così, con delle cuffie e dei visori per la realtà virtuale, camminerete tra gli esterni del castello, in maniera così realistica che vi sembrerà di essere nel Medioevo.

Ad accompagnarvi ci sarà una guida e nelle cuffie la voce di Matilde di Canossa (interpretata da Barbara Alberti) che in prima persona vi racconterà le vicende della sua vita.

Se la camminata verso il Castello vi ha fatto venire fame, vi consiglio di fermarvi al centro visitatori “Andare a Canossa”, dove potrete mangiare con una vista meravigliosa sulle colline.

Salumi e formaggi tipici e altri piatti del territorio accompagnati da vini della tradizione come il vino rosso dei calanchi, sapranno farvi felici!

Il Castello di Rossena e la torre di Rossenella

A poca distanza dal Castello di Canossa è d’obbligo una visita al Castello di Rossena e alla torre di Rossenella.

Si trovano su due sommità rocciose ed hanno anch’essi rivestito grande importanza per il dominio di Matilde di Canossa, formando un triangolo difensivo unico nel suo genere.

castello di Rossena

Il primo sorge su una rupe vulcanica rossiccia e domina un paesaggio di grande bellezza che occupa pianure e colline dell’Appennino Tosco-emiliano.

Era al tempo una vera e propria macchina da guerra grazie ad i suoi evoluti sistemi di difesa e attacco.

Al Castello di Rossena ogni anno c’è la rievocazione della famosa scena perdono del papa all’imperatore.

La torre di Rossenella

Anche la torre di Rossenella fu costruita su roccia vulcanica. Lo si evince dalla vegetazione unica che tuttora cresce qui e addirittura la presenza di piante grasse che resistono grazie al calore della roccia!

La torre aveva tre piani ai quali si accedeva con scale a pioli ritraibili e ai suoi piedi aveva la cisterna per la raccolta dell’acqua.

Il piano terra era adibito a magazzino per i viveri, mentre il piano superiore costituiva l’alloggio del feudatario o del capitano che difendeva la postazione.

Si tratta di una delle costruzioni più importanti dell’Appennino Reggiano perché conserva ancora la sua forma originaria.

Dormire a Borgo Vercallo

Dopo una giornata di cammino e immersioni nella storia lungo la via Matildica del Volto Santo, vi consiglio di rilassarvi dormendo all’interno dello storico Borgo Vercallo.

Un tempo residenza dei vassalli di Matilde fu negli anni distrutto dai tedeschi e poi ricostruito.

Oggi è un piccolo borgo fatto di caseggiati in pietre a vista. Oltre alle case di un paio di residenti ospita le camere impeccabili ed accoglienti del relais Borgo Vercallo.

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La struttura si presenta come un albergo diffuso con camere sparse nel borgo e una bella piscina con vista sulle colline.

La mia camera era bellissima: su due piani con letto a baldacchino e bagno con jacuzzi al primo piano.

borgo Vercallo

Per assaggiare le specialità tipiche della zona come l’erbazzone di montagna, i tortelli (ricotta e spinaci, porro e patate, zucca), i cappelletti ed i salumi e formaggi locali, fate una sosta al Bar ristorante bottega storica di Cortogno.

La sua atmosfera casereccia e molto accogliente e l’ottima cucina vi conquisteranno!

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Dal Castello di Canossa al Castello di Bianello sul Sentiero dei Ducati– circa 4 ore e mezzo

L’ultima tappa del cammino è stata per me quella dal Castello di Canossa al Castello di Bianello. In questo percorso si percorre un tratto particolarmente suggestivo del Sentiero dei Ducati.

Si alternano paesaggi di pianura a colline con vedute panoramiche meravigliose, restando comunque nel cuore delle terre di Matilde. Borghi e pievi ti accompagnano verso la tappa finale del Castello di Bianello.

È stata la tappa più lunga e forse anche la più faticosa del mio cammino partito da Reggio Emilia perché oltre ad essere la più estesa in termini di tempo (circa 4 ore e mezza) è stata anche quella più in pendenza.

via Matildica da Reggio Emilia

La fatica però è ampiamente ricompensata dalla magia del paesaggio.

Abbiamo infatti attraversato verdissimi prati ma anche fitti sentieri nel bosco.

Ci siamo trovati ad ammirare i calanchi, formazioni rocciose tipiche della zona e ancora una volta incontrato borghi e chiese, fino a scorgere all’orizzonte i 4 colli di 4 Castella.

Il comune è così chiamato per i 4 castelli della località, tra i quali appunto il Castello di Bianello, meta finale del nostro cammino lungo la via Matildica del Volto Santo.

Il Castello di Bianello

Il Castello di Bianello è molto legato alla figura di Matilde di Canossa perché nel 1044 fu sua madre Beatrice di Lorena ad acquistarlo.

Nei secoli ha cambiato poi diversi proprietari fino ad essere acquistato dal comune di Quattro Castella negli anni 2000.

castello di Bianello

Tante sono le storie e le leggende legate al castello e ai suoi abitanti.

La più intrigante è però forse quella legata al fantasma della “signora” (leggenda nata negli ultimi 15 anni) che si dice si aggiri tra le stanze del castello e la cui sagoma fu fotografata da una turista, oltre ad essere avvistata negli anni da diversi testimoni.

Altre storie riguardano invece la figura di Carlo Bacigalupo, genovese dedito all’import export dall’Asia, il cui padre si dice gli regalò questo castello per evitare lo scandalo della relazione del figlio con una donna sposata.

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Del castello potrete visitare le camere affrescate, dove ancora c’è l’arredamento di un tempo, le 5 prigioni, le cucine e infine l’acetaia del castello, dove viene prodotto l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia.

L’acetaia del castello di Bianello

Forse non tutti lo sanno ma l’aceto balsamico pare sia nato proprio a Reggio Emilia e già ai tempi di Matilde di Canossa fosse utilizzato, anche grazie ai suoi poteri “balsamici”, cioè benefici per l’organismo.

L’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia ha tre denominazioni: aragosta, argento e oro e può essere conservato solo in determinate bottigliette per poter essere considerato tale.

acetaia castello bianello

Nel solaio del castello di Bianello, grazie alle temperature ideali per il procedimento che porta alla preparazione dell’aceto balsamico a partire dal mosto d’uva, c’è l’acetaia gestita dalla Confraternita dell’Aceto Balsamico Tradizionale.

Un processo lungo e meticoloso che richiede pazienza, impegno e soprattutto tempo, dato che ci vogliono ben 12 anni prima di prelevare dalle botti il primo aceto che si possa definire DOP!

Insieme ad una visita del castello potete prenotare anche una visita guidata della sua acetaia: un’esperienza da non perdere per saperne di più sul preziosissimo condimento.


Per maggiori informazioni e per prenotare una visita guidata, potete consultare il sito internet del Castello di Bianello: http://www.bianello.it


Dove dormire vicino Quattro Castella – Roncolo 1888

Per concludere l’ultima tappa del mio cammino lungo la via Matildica del Volto Santo da Reggio Emilia a Bianello, ho soggiornato in una struttura molto speciale: Roncolo 1888, il boutique relais della Tenuta Venturini Baldini.

Siamo tra Reggio Emilia e Parma, a 15 km da Reggio e 35 km da Parma.

La tenuta occupa 132 ettari di terra. E’ circondata da una riserva di natura rigogliosa dove si avvistano animali come volpi, cinghiali, lepri, scoiattoli, upupe e caprioli.

Nella tenuta ci sono anche due laghetti, una piscina, spazi estivi per aperitivi e tanti prati.

Villa Manodori

Gli edifici della tenuta sono stati costruiti tra il 1600 e il 1900. Tra questi vi è Villa Manodori, le cui fondamenta originarie sono del 1500 e che oggi ospita le camere del relais.

tenuta venturini baldini quattro castella

Nuovissime, accoglienti e dotate di tutti i comfort: dai letti comodissimi al fornito frigobar, dalla macchina del caffè ai prodotti da bagno di qualità.

La visita all’acetaia di Canossa

All’interno della tenuta si trova l’Acetaia di Canossa, tra le più antiche di Emilia, dove viene prodotto l’aceto balsamico tradizionale di Reggio DOP.

Mosto d’uva, ossigeno, il giusto legno delle botti e tanto tempo hanno fatto la storia di questo luogo.

Pensate che per produrre 3 litri di aceto ci vogliono ben 70 litri di mosto fresco e il mosto va cotto dalle 6 alle 10 ore!

La degustazione di aceto e vini

Oltre all’aceto, dato che la tenuta ha quasi mille ulivi, viene prodotto anche l’olio. Inoltre c’è una buona produzione di vini, grazie alle vigne coltivate nella tenuta.

Ve ne accorgerete visitando le fornite cantine con un potenziale di 120000 bottiglie all’anno. La produzione di vini è iniziata nel 1972 e negli anni ’90 tutte le etichette hanno ottenuto la certificazione BIO.

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Per rendervi conto della qualità dei prodotti potrete prenotare una degustazione di aceto e vini, tra i quali assaggerete Spergola fermo, Lambrusco e Metodo classico.

La cena al ristorante “Taglieré in Limonaia”

Una vera esperienza nell’esperienza già incantevole del soggiorno è stata la cena al ristorante interno della tenuta: “Taglieré in Limonaia”. 

La cucina è un omaggio alla cucina tipica emiliana rivisitata in chiave contemporanea.

I piatti, oltre ad essere curati e originali presentano degli accostamenti particolari che ne esaltano tutti gli ingredienti.

ristorante venturini baldini ristorante taglierè in limonaia

Abbiamo mangiato piatti come carpaccio di rapa rossa con pecorino e zafferano, risotto alla nocciola e una deliziosa pasticceria fatta in casa.

Il tutto è stato accompagnato dai vini della tenuta: ogni piatto abbinato al suo vino, dallo spumante rosé al lambrusco fino al Metodo classico brut.


 
L’Eductour lungo la via Matildica del Volto Santo che vi ho raccontato è parte di un Progetto coofinanziato da Destinazione Turistica Emilia (PTPL 2022)e da 12 Enti ed Associazioni del Territorio, di cui il Comune di Reggio Emilia è capofila.
 
Per qualsiasi informazione tecnica ed organizzativa potete rivolgervi al tour operator “ITINERE”