Sommario
Cosa vedere in Corea del sud in 10 giorni? Vi racconto in questo articolo il mio itinerario fai da te da Seoul a Gyeongju passando per Busan.
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Tour della zona demilitarizzata coreana da Seoul
Tour nella Zona demilitarizzata coreana (DMZ) al confine tra la Corea del Sud e la Corea del Nord.
Tour di Busan di un giorno
Tour guidato in bus con guida alla scoperta della attrazioni più belle di Busan
Tour di 1 giorno da Busan a Gyeongju
Gita di un giorno da Busan a Gyeongju (città storica patrimonio Unesco) con una guida turistica professionista.
📱SIM card per internet con tessera trasporti inclusa
SIM card con traffico dati + T-money Card per I trasporti pubblici, da ritirare direttamente all’aeroporto di Seoul.
🏨Dove dormire in Corea del Sud
📍 Seoul
OYO Myeongdong 5 Lodge – Guesthouse con camere private con bagno, sistemazioni tipo lodge (pulizia ottima, colazione inclusa) nel centro di Myeong Dong.
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📍 Busan
MAMA Guesthouse Haeundae – Guesthouse con camerate e camere singole con bagno in privato. Pulita e centrale, vicino al mercato di Haeundae e alla spiaggia omonima.
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📍 Gyeongju
Hwangridangil Adamjeong – Tipica abitazione hanok nel centro di Gyeongju, buon rapporto qualità prezzo e host molto gentile.
Avendo 10 giorni a disposizione, non volevo limitarmi a visitare solo Seoul, come fanno molti tour (anche se, in realtà per vedere tutto ciò che Seoul ha da offrire servirebbero mesi).
Ho così iniziato a ricercare sul web possibili itinerari e ho scelto di partire dalla capitale, dedicandole 4 giorni iniziali.
Ho deciso poi di proseguire per la costa arrivando in treno a Busan, per poi fare l’ultima tappa nella città storica e patrimonio Unesco Gyeongju.
Da lì, sono tornata a Seoul dove ho dedicato l’ultimo giorno e mezzo allo shopping e al relax, prima di prendere il volo di ritorno e arrivare in Italia.
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10 giorni in Corea del Sud, cosa vedere
Questo itinerario di 10 giorni in Corea del Sud mi ha permesso di farmi un’idea del paese e avere una prospettiva su tre completamente distinte tipologie di città, abitanti, stile di vita e turismi.
È stato per me molto interessante notare come spostandomi da una località all’altra cambiassero proprio il modo di fare della gente, l’attitudine verso i turisti così come anche il paesaggio urbano e l’architettura.
Se anche voi avete questo tempo a disposizione per visitare il paese, ecco alcuni consigli su cosa vedere in Corea del Sud in 10 giorni.
Prima di scegliere il vostro itinerario di viaggio, vi consiglio di leggere:
COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO DA SOLI IN COREA DEL SUD
Giorno 1: Seoul, distretto di Myeong Dong
Il primo giorno arriverete probabilmente stremati dalle tante ore di viaggio. Con un volo diretto sono circa 11, con scali arrivano a oltre 20 ore. E vi assicuro che quando scendi dall’aereo dopo così tante ore balla veramente la terra sotto ai piedi.
A quel punto però, non mollate: recuperate le ultime forze rimaste e direttamente in aeroporto:
1) andate a cambiare valuta in banca
2) recuperate la sim card dati con tessera dei trasporti (che vi consiglio di prepagare sul sito di Get Your Guide qui per evitare le file e risparmiare).
3) prendete poi il treno veloce Arex (compratelo in anticipo qui sul sito di Klook) e la metro o bus per arrivare in hotel (per il percorso esatto, scaricate la app gratuita Naver Maps; Google maps non funziona bene nel paese.
Leggi anche: 9 cose insolite e strane da fare a Seoul
Dove dormire a Seoul
Generalmente quando viaggio da sola e ho intenzione di fare varie tappe, prenoto gli hotel volta per volta. La prima notte però è necessario prenotarla in anticipo, anche perché all’ingresso nel paese vi chiederanno dove alloggiate.
Io ho prenotato un paio di notti nell’area di Myeong-Dong che ho scelto perché molto centrale rispetto alle principali attrazioni di Seoul e ai trasporti e perché turistica e frequentata (cosa che preferisco quando sono in viaggio da sola).
L’hotel che ho prenotato si chiama Ara125 MyeongDong e si trova nel cuore delle vie dello shopping del distretto.
Si accede dal retro di un palazzo e si arriva alla reception al quinto piano. Le camere sono piccole ma molto carine e accoglienti. Il bagno ha il wc super moderno elettrico con tante funzioni (bidet, riscaldamento, getti vari, etc.).
La colazione è inclusa e fai da te (nel frigo trovate uova, pane, latte, etc.).
Un altro hotel molto carino dove ho soggiornato invece le ultime notti a Seoul si chiama OYO Myeongdong 5 Lodge.
Anch’esso nel centro di Myeong-Dong ma in una zona piuttosto tranquilla.
Molto carino perché alcune camere sono in una lodge separata dall’hotel con dei cortiletti interni che regalano privacy e fanno sentire un po’ in un’oasi di pace pur nel cuore della metropoli.
Cosa vedere a Myeong-Dong
Dopo una lunga doccia, la mia frenesia di vedere di tutto mi ha catapultato ben presto in strada per visitare il quartiere. Vi consiglio di non lasciarvi prendere dallo shopping selvaggio il primo giorno. Sarebbe un grosso errore perché poi dovrete trasportare tutta la merce per il resto del viaggio e appesantire le valigie (io sono partita con un piccolo zaino quindi per me sarebbe stato proibitivo).
Myeong-Dong è il paradiso delle compere, nonché il quartiere principale dei negozi di cosmetica coreana, famosi in tutto il mondo.
Maschere di tutti i tipi per corpo, capelli, piedi, creme, cremine, shampoo, accessori per telefono, per cani, vestiti, souvenir…davvero c’è da perdere la testa, ma voi no, proseguite dritti per il vostro tour di perlustrazione. Avrete tempo per lo shopping gli ultimi giorni 🙂
Visitate il grande Mercato di Namdaemun, dove potrete trovare una vasta selezione di prodotti locali, dall’abbigliamento ai souvenir, allo street food (ho assaggiato una frittella ripiena di formaggio filante super!)

Andate a vedere la Cattedrale cattolica di Seoul, principale luogo di culto cattolico della capitale, che offre un affascinante contrasto visivo con i modernissimi e alti edifici tutto intorno.

Vi avviso, se decidete di spostarvi a piedi, le strade di Seoul a volte sembrano essere infinite, quindi portate scarpe comode e preparatevi a scarpinare!
Dove mangiare a Myeong-Dong
La zona, come vi dicevo, è piena di turisti, quindi troverete un po’ di tutto per mangiare, dalle grandi catene internazionali alle catene coreane, ai ristoranti tipici.
Io per pura fortuna, come spesso mi capita, mi sono trovata in un ristorante a prima vista squalliduccio all’interno di un palazzo e senza finestre, che poi ho scoperto essere in realtà sulla guida Michelin.
Il posto si chiama Myeongdong Kyoja, offre un menu limitato di 4/5 piatti e si mangia su tavoli di legno. Quando sono andata io era pienissimo (credo lo sia spesso) e mi hanno messo al tavolo con un’altra signora.
La carne in Corea del Sud va per la maggiore, la mettono ovunque.
Non mangiandone, io ho ordinato una zuppa fredda di noodles. Con grande sorpresa mi sono accorta che nella zuppa ci sono dei cubetti di ghiaccio. Una variante coreana dei noodles infatti prevede che la ricetta sia servita fredda, appunto con ghiaccio.
Non giudicate e mangiate! 🙂
I ristoranti in Corea del Sud
I coreani per mangiare usano le bacchette (di metallo, non legno). Spesso non le troverete apparecchiate come da noi ma in una cesta sul tavolo o in un cassetto del tavolo.
Non aspettatevi forchetta o coltello, al massimo un cucchiaio nel caso delle zuppe. I tovaglioli sono rari e l’acqua viene portata in caraffe gratuitamente.
Assieme al piatto principale viene servito il kimchi (piatto tipico a base di cavolo fermentato e speziato).
Per chiamare il cameriere, ci sono dei campanelli su ogni tavolo che però io ho usato con parsimonia perché un po’ mi vergognavo…
La mancia non è abituale, anzi, considerata offensiva, quindi non lasciatela!
Giorno 2, Seoul – Palazzo Gyeongbokgung, Villaggio Bukchon Hanok e Tempio di Bongeunsa
Il secondo giorno vi auguro di svegliarvi riposati dopo una bella dormita perché le cose da vedere sono tante e le distanze ampie 🙂 Per fortuna però la città è collegata in maniera esemplare con una capillare rete di metro e bus, molto frequenti, che ti portano ovunque.
Palazzo Gyeongbokgung
Per iniziare, visitate uno dei palazzi reali più importanti della capitale, il Palazzo Gyeongbokgung, il principale tra i 5 palazzi reali della dinastia Joseon, monarchia che governò il paese per 5 secoli fino al 1897.
In alcuni orari ci sono visite guidate gratuite in inglese ma quando ci sono stata io c’erano solo in giapponese e cinese 🙂
Arrivati all’ingresso del palazzo, noterete che molte persone (uomini e donne) indossano abiti tipici. Qui è molto comune noleggiarli per fare le foto negli angoli più iconici della città, come questo. Ci sono infatti negozi apposta con la scritta (noleggio hanbok) che si occupano proprio di questo servizio.

Nell’atrio del palazzo a determinati orari si svolge la cerimonia del cambio della guardia, alla quale vi consiglio di assistere. Per gli orari, potete consultare il sito ufficiale: www.chf.or.kr
Di fronte al palazzo si trova il museo folk dedicato alla dinastia Joseon, che vi darà una comprensione più ampia della monarchia, della storia e della vita di palazzo, con oggetti della vita quotidiana della famiglia reale.
Villaggio Bukchon Hanok
Dopo la visita al palazzo, proseguite per il villaggio Bukchon Hanok con le sue tipiche case in stile coreano e l’atmosfera tranquilla per immergervi nella cultura tradizionale coreana.
Con i suoi 6 secoli, il villaggio ospitava la classe dirigente durante la dinastia Joseon e alcuni discendenti della classe nobile vivono ancora oggi qui, mentre molte case si sono riconvertite in caffè bar e guest house.
Per visitare con una guida le principali attrazioni e i palazzi reali di Seoul, provando l’esperienza di indossare un tipico costume Hanbok, prenota questo tour organizzato di Seoul.
Tempio Bongeunsa
Tornando verso l’hotel, fermatevi a visitare il Tempio Bongeunsa, un tranquillo santuario buddista nel cuore della città, con passeggiate, giardini e una grande statua del Budda alta 23 metri. Qui, se lo desiderate, potete anche fare un’esperienza di templestay soggiornando quindi nel tempio con i monaci tra meditazione e relax.
Mercato di Dongdaemun per street food
La sera andate per cena al quartiere Dongdaemun dove si trova l’omonimo mercato tipico pieno di bancarelle di street food.
La cosa molto caratteristica è che si mangia direttamente nei tavoli attorno alla bancarella scegliendo il pesce fresco e i piatti che vengono cucinati davanti a voi al momento.
Non guardo molto la televisione ma mi dicono che un di questi stand è apparso anche in una serie su Netflix e su Pechino Express 🙂
Giorno 3 – Parco Nazionale del Monte Namsan, Seoul Tower e Crociera fiume Han
Dopo tanto cemento, caos e grattacieli, una buona idea è rifugiarsi in uno degli angoli verdi più belli e panoramici della citta: il Parco Nazionale del Monte Namsan, all’interno del quale si trova la Seoul Tower, alta 236 metri, uno dei simboli della città.
Parco Nazionale del Monte Namsan
La torre di Seoul ospita al suo interno negozi e ristoranti e un osservatorio all’ultimo piano per ammirare Seoul dall’alto. Qui potete prenotare i biglietti per salire in cima.
Se vi trovate a Myeong-Dong e volete fare un’esperienza unica, salite in cima al monte Namsan con la funivia.
Io all’andata ci sono arrivata in bus, al ritorno invece ho passeggiato seguendo uno dei sentieri del parco e raggiungendo il villaggio hanok Namsadong. Devo dire che però, pur carino, questo villaggio sembra molto finto e turistico, quindi non mi ha impressionata particolarmente.
Crociera sul fiume Han
La sera invece mi sono regalata una rilassante crociera sul fiume Han con partenza dal molo Yeoudio Dock. I traghetti partono dal molo che si trova su un lunghissimo parco verde sul fiume.
Con grande sorpresa, arrivata lì mi sono trovata una distesa di giovani seduti sull’erba che all’ora del tramonto facevano pic-nic. Una visione pacifica e rilassante.
Qui infatti, ci sono vari stand che noleggiano copertine, tavolini, lampade, tutto per mangiare sull’erba e stand di street food che consegnando direttamente sul prato il cibo.
Ah, l’organizzazione coreana!
La crociera parte in vari orari ma se volete vedere la città tutta illuminata dal fiume vi consiglio di andare dopo il tramonto. Dura circa 1 ora e mezzo.
All’interno del traghetto c’è un gruppo che suona musica dal vivo. Nel mio caso c’erano delle bravissime violiniste che suonavano musica internazionale, molto piacevole, tranne quando hanno pensato di suonare la musica di Titanic che per una gita in barca tanto di buon auspicio non pare…
Sul ponte si può stare ad ammirare le luci di Seoul di notte. Mi è piaciuta come esperienza, anche se, tenete in conto che c’è veramente tanta gente e spesso a Seoul c’è fila per tutto!
PRENOTA QUI LA CROCIERA SUL FIUME HAN
Giorno 4, Stazione Seoul e Busan
Seoullo 7017
Prima di partire in treno per la tappa successiva del mio viaggio in Corea del Sud in 10 giorni, ho visitato l’area della vecchia stazione dei treni di Seoul.
Qui si trova Seoullo 7017 che in sostanza è un parco sopraelevato costruito su un vecchio cavalcavia riconvertito in giardino botanico. Una bella passeggiata dove ammirare tante specie di piante e fiori, per ammazzare il tempo prima di prendere il treno.
E se siete dei maniaci dell’anticipo come me e avete ancora tempo prima del vostro treno per Busan, fate un giro anche alla vecchia stazione dei treni (che si trova accanto alla nuova) che ospita esposizioni di arte contemporanea.
Haeundae Beach, Busan
Per arrivare a Busan ho preso un treno veloce che in 2 ore mi ha portata a destinazione; da lì la metro (con la stessa carta dei trasporti di Seoul) e sono giunta nella zona di Haeundae Beach, che ho scelto perché tra le zone balneari più rinomate di Busan.

Devo ammettere che il primo approccio con Busan mi ha un po’ spiazzata. Ho notato subito un’atmosfera più caotica e disordinata, tanti turisti orientali che si accalcavano sul lungomare e un atteggiamento un po’ più ruspante degli abitanti rispetto alla gentilezza e compostezza che avevo avuto modo di apprezzare a Seoul.
Dove dormire a Busan
Come hotel ho scelto una guest house, MAMA Guesthouse Haeundae, proprio accanto a un mercato all’aperto con street food e tanti negozi. Carina, pulita e perfino con una finestra in camera, cosa che per gli hotel di fascia media in Corea del Sud è piuttosto rara!
La sera ho fatto una passeggiata sul lungomare di Haeundae e a cena sono andata al Bay 101, una struttura su una bella baia illuminata dove ho mangiato finalmente qualcosa di occidentale: fish and chips con un bicchiere di vino!
Giorno 5, Busan – Gamcheon Culture Village e Spa Haeundae Centum
Gamcheon Culture Village
Una delle cose da vedere in Corea del Sud, se siete nella zona di Busan è il Gamcheon Culture Village. Adesso è un paese fatto di case colorate, tra salite, discese e strade strette, ovviamente adorato dai turisti. Un tempo era qui che i rifugiati della guerra di Corea crearono una comunità coltivando questa zona montana. Per rivalutare la zona diversi artisti e residenti hanno abbellito il paese con installazioni e opere d’arte.
Molto carino per passeggiare; ci sono diversi percorsi da fare con differenti lunghezze e anche un passaporto dove mettere i timbri nelle varie “stazioni” della città.

Chiaramente ci sono molti turisti, negozi di souvenir, etc. ma se vi allontanate un attimo dai soliti itinerari troverete anche angoli deserti di grande pace.
Per arrivare dovrete prendere vari mezzi di trasporto; se volete evitare la fatica, vi consiglio di prenotare un tour guidato in modo da non avere pensieri.
PRENOTA QUI IL TOUR ORGANIZZATO DELLE PRINCIPALI ATTRAZIONI DI BUSAN IN 1 GIORNO
Spa Haeundae Centum
Dopo tanto camminare, ho deciso di dedicare il pomeriggio ad un’attività rilassante: la spa. Ho prenotato su Klook un ingresso (anche abbastanza economico) allo Spa Haeundae Centum, una delle più grandi spa al mondo e mi sono regalata qualche ora di relax.
Vi faccio una piccola premessa: qui la spa non è come la intendiamo noi in Italia. Continuate a leggere e vi racconto meglio.
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La mia esperienza con i centri benessere in Corea del Sud
Arrivata all’ingresso, consegno il coupon e con un biglietto accedo al primo banco.
Mi danno una chiave di un armadietto dove dicono che devo mettere le scarpe. Le tolgo e procedo al banco successivo; mi consegnano una specie di divisa col nome della spa che sembra un pigiama (maglietta e pantaloncini) e un asciugamano tipo quelli per il viso.
Mi sento subito in Squid Games.
Mi dicono di usare lo stesso numero di armadietto anche nello spogliatoio. Entro e faccio per mettermi il bel bikini che mi ero portata contando di fare tante foto in piscina ma aprendo l’armadietto una grande scritta mi ricorda che le foto sono vietatissime.
Intorno a me, alcune donne indossano questo pigiama-divisa, altre sono tutte nude. Non so che fare. Metto il pigiama e vado a guardare l’ingresso delle vasche termali.
Sono tutte nude, donne di tutte le età (le piscine sono divise in aree diverse tra donne e uomini).
Niente, mi tolgo i vestiti e un po’ timida entro. Mi devo fare la doccia, mi avvisa un cartello.
Vedo tante postazioni con docce dove le donne si lavano, depilano, lavano i denti, fanno lo scrub l’un l’altra, sedute su mini sgabelli. Cerco una doccia un po’ più privata e una mano mi afferra per invitarmi a fare un massaggio. Una donna sulla sessantina, la massaggiatrice, vestita con mutande e reggiseno di pizzo nero sdrucito, forse per il gran caldo ma sicuramente strano per chi immagina le massaggiatrici vestite con divise bianche.
Le dico che cercavo solo una doccia e mi lascia andare.
Mi siedo anche io sullo sgabellino e mi lavo prima di entrare nelle vasche.
In Corea del Sud, come in Giappone con le onsen, i centri benessere sono luoghi per lavarsi, dedicarsi alla cura del copro e stare insieme con famiglia e amici. Infatti, c’erano anche tanti bambini.
La zona delle vasche ha differenti piscine con varie temperature e docce. Poi, con la divisa, si accede invece alla zona “mista” maschi e femmine dove ci sono saune e bagni turchi, che si fanno vestiti.
La Spa Haeundae Centum è immensa, quindi ci sono tantissimi ambienti tra cui scegliere. Si sta seduti, adulti e bambini, chi chiacchiera, chi va da una stanza all’altra e tutti, rigorosamente, col cellulare in mano, a differenza delle piscine dove invece i telefoni sono vietati.
Un piano poi ospita un centro massaggi, salone capelli e unghie e vari ristoranti tra cui uno con noodles fai da te.
Devo dire che questo è stato uno dei più forti shock culturali di questo viaggio ma sono grata di aver provato questa esperienza perché il viaggio senza sperimentare diversità sarebbe ben poca cosa.
Per cena sono tornata vicino al mio hotel e ho mangiato al ristorante Goi tonkatsu donburi, (riso con polpo al wok), più 3 crocchette di patate e acqua a 9 euro. Servizio gentilissimo (anche se nessuno parlava inglese), prezzi ottimi e piatti abbondanti.
Giorno 6, Busan – Tempio Yonggungsa/ Gyenoju
Tempio Yonggungsa
Prima di abbandonare Busan, vado a visitare uno dei templi più belli della Corea, il Tempio Yonggungsa, del 1376, costruito tra la terra e il mare.

Al centro si trova una pagoda a tre livelli, una grotta che ospita un santuario e i 108 gradini che scendono al tempio e rappresentano un numero sacro nel buddismo.
Visitato il tempio, saluto Busan e dalla stazione dei bus di Haeundae prendo un autobus per raggiungere Gyeongju, in circa un’ora, con un’autista che azzarda sorpassi a destra e sinistra e mi fa desiderare di arrivare il più presto possibile a destinazione.
Se volete andare invece da Busan a Gyeongju per una gita in giornata, potete prenotare un tour organizzato.
Dove dormire a Gyeongju
A Gyeongju arrivo col mio zainetto fucsia ormai rigonfio, non si sa come, in hotel a piedi dalla stazione dei bus. Tra le cose assolutamente da fare in Corea del Sud io vi consiglio di dormire in una casa tipica hanok. Io ho scelto Hwangridangil Adamjeong, in una stradina in centro città.
Si tratta di una tipica casa coreana fatta di legno e argilla con tetto spiovente e cortile interno, sul quale si affacciano le varie stanze. Si dorme su un sottile materasso a terra con riscaldamento a pavimento. Non immaginavo ma ho dormito molto bene.

L’unico problema è alzarsi, ma basta prendere un po’ di rincorsa! : )
La camera è minimal, no armadio, un appendiabiti, un frigo e un tavolino ma è quello che serve.
Cosa vedere a Gyeongju

Gyeongju è stata la ciliegina sulla torta del mio viaggio in Corea. Così differente da Seoul e Busan, un’atmosfera antica e remota, seppur comunque piuttosto turistica.
Qui in centro non ci sono grattacieli né grandi hotel o alti palazzi ma l’architettura è fatta tutta di case tipiche con tetti in legno e pagode, sia per le case che per i negozi e ristoranti, così bello che sembra finto, un po’ uno stereotipo di quella che deve essere stata forse la Corea antica.
Il centro città si può visitare tranquillamente a piedi o noleggiando una bicicletta.

Parco dei tumuli del re
Visitate, prima del tramonto per vederlo con la luce e dopo il tramonto, per ammirarlo illuminato, il Parco dei tumuli dei re, costellato da verdissime (in primavera) colline che ospitano le tombe di antichi re e che ricordano molto le Chocolate hills di Bohol alle Filippine.
Di sera vengono fatti anche vari giochi di illuminazione, musica e videomapping sulle colline stesse e in vari punti del parco.
Uscendo dal parco proseguite poi in direzione del palazzo Donggung. Attraverserete un altro parco idilliaco con distese di fiori colorati, un ruscello, vari piccoli ponticelli e qui ci sono la torre astronomica e il meraviglioso ponte Woljeonggyo, belli con la luce e incantevoli di notte.

Palazzo Donngung
La sera visitate il Palazzo Donngung che con le luci e il riflesso sull’acqua del lago Wolji è di una bellezza senza eguali. Veramente da pelle d’oca, non perdete questi posti magici!
Giorno 7, Gyeongju – Tempio di Bulguksa /Seoul
L’ultimo giorno a Gyeongju, vado a visitare un altro dei templi più importanti della Corea del Sud, il Tempio Bulguksa e la grotta di Seokguram. Potete visitarli entrambi con un tour di Busan organizzato, che potete prenotare qui, oppure prendere i mezzi pubblici.
In quel caso però controllate gli orari perché il pullmino di andata e ritorno per arrivare alla grotta passa ogni ora.
Il tempio pare sia del 751 ed è un luogo molto affascinante. In particolare adoro assistere alle preghiere dei monaci buddisti, che rendono la visita molto più intensa,
La grotta di Seokguram, sito patrimonio mondiale dell’UNESCO, è lontana da tutto e immersa nel verde, quindi molto suggestiva e ospita una celebre scultura del Budda in pietra.
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Giorno 8-9-10 –Ritorno Seoul e ripartenza
Sono tornata da Gyeongju verso Seoul con un bus intercity di 4 ore. Lo ho scelto, rispetto al treno, che è più rapido, perché la stazione dei bus era più comoda da raggiugere rispetto a quella dei treni ma potete tranquillamente prendere un treno rapido.
Come promesso a me stessa, gli ultimi giorni me li sono presa più comodi e senza le mie solite maratone.
Il distretto di Gangnam
Ho visitato il quartiere Gangnam, il più stiloso e trendy della città, che forse avrete sentito nominare nella omonima canzone, Sì, proprio quella, Gangnam style.
E, dedicata a questo tormentone, troneggia una grande statua dorata a forma delle mani che simulano il famoso balletto della canzone, di fronte al grande centro commerciale Coex Mall.

Tempo di foto ricordo e poi entrate nel mall e dirigetevi verso la biblioteca, che è una delle più grandi e sicuramente “instagrammabili” di Seoul con le sue alte pareti piene di libri. Qui potete venite a leggere, rilassarvi e anche lavorare al computer.

Se volete fare shopping, questo è il momento. In alternativa, potete anche divertirvi tra le tantissime bancarelle del mercato della stazione metro di Gangnam.
Il distretto di Itaewon
Altro quartiere che mi sono tenuta per gli ultimi giorni tra le cose da vedere in Corea del Sud è il distretto di Itaewon, il più internazionale di Seoul.
Dopo giorni in cui non avevo contatti quasi con gente occidentale, qui invece ti passa un po’ tutta la magia perché ci sono tantissimi viaggiatori occidentali, specialmente giovani, che qui trovano locali, discoteche, shopping e divertimento.
Non mi ha fatto impazzire specialmente perché in viaggio da sola non vado in giro per vita notturna. Se fossi stata con amici, invece, probabilmente la via delle discoteche sarebbe stato il mio paradiso 🙂
Carine comunque alcune stradine con negozi vintage; il quartiere arabo con la Moschea di Seoul offre un interessante scorcio multiculturale in un paese che è molto tollerante e aperto verso tutte le religioni.
Spettacolo Nanta Show a Myeong-Dong
Per gli ultimi giorni del mio viaggio da sola in Corea del Sud mi sono regalata anche una serata a teatro ad assistere al Nanta show, uno spettacolo molto celebre che viene replicato ormai da molti anni con grande successo e portato in tutto il mondo.
Si tratta di uno show in cui un gruppo di cuochi un po’ maldestri devono preparare un banchetto nuziale in circa 1 ora e che si trasforma in una serie di sketch, acrobazie, spettacoli di musica e giocoleria.
Lo spettacolo è stato simpatico e coinvolgente; non è necessario capire il coreano in quanto di parlato c’è pochissimo.
La cosa però che più mi ha divertita è stato il fatto di essere una delle poche turiste occidentali a teatro in un pubblico fatto per lo più da giovanissimi coreani e coreane che partecipavano davvero attivamente agli sketch con suoni, grida, incitamenti, ripetizioni delle parole che gli attori dicevano e grasse grasse risate.
Mi riempie sempre vedere le persone intorno a me che si divertono.
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Shopping a Myeong-Dong
Infine, l’ultimo giorno, se vi avanza spazio in valigia o i vostri amici vi tampinano con richieste di souvenir, è il momento dello shopping.
Tornate a Myeong-Dong e sbizzarritevi! Tra le catene di negozi da non perdere per la cosmetica consiglio Olive Young, che ha tanta scelta, buoni prezzi e non ha invadenti commessi o buttadentro come invece altri piccoli negozietti in zona.
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Infine, tornate verso l’aeroporto con il solito magone che caratterizza la fine di una bella esperienza e spero che anche voi porterete a casa il ricordo di un viaggio tra i più interessanti della vita 🙂
Se avete domande, considerazioni o volete condividere la vostra esperienza in Corea, scrivetemi nei commenti!
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